Carità in opera contro la povertà sanitaria

La povertà sanitaria. Cos’è e come si studia

Nonostante la forte impronta universalistica del nostro Sistema Sanitario Nazionale (SSN), parte consistente delle cure sanitarie resta a carico dei cittadini.

Nel 2019, la spesa farmaceutica complessiva, pubblica e privata, è stata pari a 21 miliardi e 108 milioni di euro (+1,6% rispetto al 2018).

  • Il 58% di questa spesa totale – pari a 12 miliardi e 246 milioni di euro – è stata sostenuta dal SSN, con una diminuzione dell’1,3% rispetto al 2018.
  • Il restante 42% – pari a 8 miliardi e 842 milioni di euro - è rimasto a carico dei cittadini, con un aumento del 5,5% rispetto al 2018. Questa spesa comprende la compartecipazione ai ticket regionali e la differenza tra il prezzo del medicinale a brevetto scaduto e il corrispondente prezzo di riferimento. (Fonte: AIFA, Rapporto Osmed 2019, p. 25).
Nella spesa a carico dei residenti rientrano interamente i farmaci da banco (che non richiedono prescrizione medica) come, tra gli altri: analgesici e antipiretici, antinfiammatori orali, preparati per tosse, raffreddore, dolori articolari-muscolari, cavo oro-faringeo antidiarroici, antimicrobici intestinali, antisettici e disinfettanti.
  • Tali farmaci sono a carico anche dei cittadini che vivono in povertà assoluta (con un reddito insufficiente per avere uno standard di vita minimamente dignitoso).
  • Chi vive in povertà assoluta (7,7% delle famiglie residenti in Italia nel 2020, pari a 5,6 milioni di persone), sperimenta dunque anche una situazione di povertà sanitaria, termine con il quale si identificano le conseguenze della scarsità di reddito sull’accesso a quella parte delle cure sanitarie che restano a carico degli indigenti a causa del mancato intervento del SSN, come tipicamente accade per l’acquisto dei farmaci da banco e per la compartecipazione alla spesa sanitaria mediante il pagamento dei ticket.

In base a tali evidenze, si comprende perché OPSan ha l’obiettivo di monitorare la povertà sanitaria nel nostro paese, sulla base dei dati provenienti dalle fonti ufficiale e da quelli presenti nella banca dati BFonline, istituita dalla Fondazione Banco Farmaceutico nel 2011.