Carità in opera contro la povertà sanitaria
Dal Rapporto sulla Povertà Sanitaria 2018

La valutazione della qualità in sanità

I temi della qualità nel SSN vedono due elementi determinanti: i professionisti e chi governa le organizzazioni
di Antonello Zangrandi, Professore di Economia delle Aziende e delle Amministrazioni Pubbliche, Università di Parma

Il SSN ha livelli di performance qualitativa ancora molto differenti tra varie realtà. Il primo aspetto critico è proprio questo: promuovere interventi organizzativi atti a generare un miglioramento in quelle realtà che hanno livelli di qualità minori di quelle attese. Il tema può trovare solo in parte soluzione con un incremento di risorse, ma sicuramente appare indispensabile porre in essere processi di riorganizzazione dei servizi e di ristrutturazione dei processi assistenziali. È questa una tematica che nei prossimi anni dovrà trovare risposta per generare, da un lato, il mantenimento del livello di efficacia del SSN e, dall’altro, per garantire nel Paese un soddisfacente livello di servizio ai cittadini (condizione stessa per far sì che il SSN sia la risposta universalistica al tema salute).
In questa prospettiva di natura qualitativa almeno due aspetti sembrano oggi sfidanti per il SSN in questo campo:

  • La continuità delle cure soprattutto in relazione alle patologie croniche e alla salute degli anziani;
  • Promuovere, sostenere e garantire l’innovazione, cioè la diffusione di nuove modalità di trattamento dei casi in modo razionale e compatibile sotto il profilo economico.


Il primo tema, continuità delle cure, trova motivazione perlomeno in due fenomeni: l’incremento delle patologie croniche che richiedono sistematiche azioni di natura sanitaria e sociosanitaria e l’aumento della percentuale della popolazione anziana. La continuità delle cure per generare una maggiore qualità richiede di progettare e realizzare l’intervento sanitario individuando percorsi per i pazienti e coordinando in modo fattivo l’operatività dei vari servizi coinvolti (ospedali, ambulatori, medicina territoriale ecc.). Per fare ciò può essere sicuramente di ausilio la tecnologia e l’informatizzazione, attraverso la messa a punto di strumenti che siano sempre in grado da un lato di fornire informazioni complete e dettagliate ai diversi erogatori di cura e dall’altro di coinvolgere positivamente i pazienti e i caregiver. La sfida è quella di progettare servizi non solo a elevata qualità sulla singola prestazione fornita, ma anche in grado di permettere un’integrazione nel tempo del processo di cura. Perché questo si realizzi è indispensabile promuovere scelte strategiche coerenti a tutti i livelli del servizio sanitario (nazionale, regionale e locale) e soprattutto condividere con i professionisti e gli operatori queste scelte, per farle divenire modalità di funzionamento effettivo e non solo criteri astratti di riferimento.

Il secondo tema concerne la capacità delle realtà sanitarie pubbliche, ma anche accreditate con il SSN, di innovare nei processi clinico-assistenziali secondo un modello collaborativo, in grado di favorire l’equilibrata distribuzione dei servizi e delle competenze, così da garantire sia l’erogazione dei servizi per gli utenti che l’efficienza nell’utilizzazione delle risorse. Il ruolo delle Regioni è essenziale: distribuire i servizi secondo modalità in grado, da un lato, di generare economie di scala (che significa concentrazioni di specifiche capacità e buon utilizzo delle risorse) e, dall’altro, di distribuire equamente i servizi necessari a rispondere alle esigenze legate sia alla continuità delle cure che ai servizi di base. Questa capacità di programmazione e coordinamento delle Regioni deve divenire operativa grazie a regole e modalità concrete, ciò necessita ruoli regionali forti e obiettivi chiari e condivisi: elementi questi non sempre facili da costruire.

In pratica si tratta di costruire modelli e regole che supportino tutti i soggetti nella ricerca di sistemi di erogazione delle prestazioni coerenti con la programmazione regionale.

Gli elementi qui indicati vedono nella disponibilità di risorse una reale condizione per la realizzazione degli obiettivi nei prossimi anni. Il tema della sostenibilità del SSN appare dunque l’elemento caratterizzante la qualità. La disponibilità di risorse per il SSN nei prossimi anni è la condizione per generare quindi qualità nel servizio sanitario.

In sintesi, i temi della qualità nel SSN vedono due elementi determinanti: i professionisti e chi governa le organizzazioni. Da un lato occorre: perseveranza, progettazione e tanta motivazione per generare processi di qualità. Dall’altro la programmazione deve portare verso una gestione orientata alla qualità che significa saper valorizzare tutte le buone prassi e diffonderle sia all’interno che all’esterno delle singole organizzazioni.