Carità in opera contro la povertà sanitaria
Dal Rapporto sulla Povertà Sanitaria 2019

La salute dei bambini

Tra i minori che vivono in famiglie disagiate la quota di quanti hanno rinunciato a prestazioni sanitarie necessarie sale al 2,4%, mentre non raggiunge l’1% tra chi dichiara risorse economiche ottime o adeguate
di Gian Carlo Blangiardo, presidente Istat

Secondo la teoria del long life approach, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2015, il periodo prenatale e i primi anni di vita sono determinanti per la salute nelle successive fasi dell’infanzia, adolescenza ed età adulta. La salute materno-infantile rappresenta dunque una tematica prioritaria nel panorama della salute pubblica, al punto che gli indicatori relativi a questa sfera sono utilizzati a livello internazionale per valutare la qualità dell’assistenza sanitaria di un Paese.

In Italia la gravidanza viene gestita con un alto grado di medicalizzazione: esami e controlli medici sono molto più frequenti rispetto a quanto previsto dalle linee guida ministeriali e non sempre giustificati da condizioni patologiche. Esemplare è il ricorso al taglio cesareo; nonostante la riduzione registrata negli ultimi anni (dal 37,8% nel 2011 al 33,6% nel 2016), l’incidenza è nel nostro Paese ben superiore a quanto raccomandato a livello internazionale e nazionale (20% dei parti). Elevato è anche il ricorso alla diagnostica per immagini in gravidanza: oltre l’80% delle donne con gravidanze fisiologiche ha effettuato più delle tre ecografie raccomandate.

La quota di donne che ha allattato al seno è cresciuta di circa 15 punti percentuali in 20 anni, passando dal 70,3% (nel 1994) all’85,5% (nel 2013). Solo un terzo delle madri, tuttavia, continua a dare il proprio latte dopo i 6 mesi e fino ai 12. Avere avuto un taglio cesareo aumenta del 60% circa la probabilità di un abbandono precoce dell’allattamento (Istat, 2018). Ciò, nonostante OMS raccomandi di continuare ad allattare al seno fino a un anno e oltre, per molti motivi legati alla salute del neonato e della madre.

La vaccinazione è lo strumento di protezione individuale e di prevenzione collettiva dei, dei rischi per la salute dei bambini e degli adulti. Dopo una preoccupante fase di calo della copertura vaccinale, tra il 2010 e il 2016, si è osservato un recupero che per le vaccinazioni obbligatorie ha portato a raggiungere e superare la soglia minima di copertura raccomandata dall’OMS pari al 95%. In aumento anche le vaccinazioni non obbligatorie.

Considerando i bambini e gli adolescenti fino a 17 anni di età, dalle indagini condotte dall’Istat emerge che circa il 9% dei minori soffre almeno di una patologia cronica. La patologia maggiormente diffusa è l’allergia, che colpisce il 4,3% dei bambini fino a 10 anni e il 12,1% dei ragazzi di 11-17 anni, senza differenze geografiche o socio-economiche

Ma a incidere sulla salute dei bambini sono soprattutto gli stili di vita scorretti. In Italia nel biennio 2017-2018 circa 2 milioni 130 mila bambini e adolescenti di 3-17 anni sono in eccesso di peso (25,2%). Erano il 28,5% nel biennio 2010-2011. Quasi 2 milioni di bambini e adolescenti di 3-17 anni non praticano né sport né attività fisica (22,7%), dato in calo dal 2010-2011 (25,7%). Tra i più piccoli di 3-5 anni la quota di chi non svolge né sport né attività fisica raggiunge il 46,1%. Il 74,2% dei bambini e adolescenti di 3-17 anni consuma frutta e/o verdura ogni giorno, ma solo il 12,6% arriva a consumarne 4 o più porzioni.
Elevata la quota di quanti consumano quotidianamente dolci (28,3%), bevande gassate (24,9%) e snack salati (13,8%)

Rispetto alla fruibilità dei servizi sanitari, oltre al ricorso al pediatra di libera scelta o al medico di medicina generale per gli adolescenti, complessivamente il 37% dei minori (0-17 anni) ha fatto ricorso a visite specialistiche (escluse le odontoiatriche) o ad accertamenti diagnostici, nel corso del 2017. Nel Mezzogiorno la quota scende al 26%, mentre al Centro e al Nord supera il 40%. In particolare nel Mezzogiorno quando le risorse socio-economiche delle famiglie sono insufficienti gli accessi a tali prestazioni crollano al 16%, mentre nel Nord e nel Centro superano comunque il 30%. Tra i minori che vivono in famiglie disagiate la quota di quanti hanno rinunciato a prestazioni sanitarie necessarie sale al 2,4%, mentre non raggiunge l’1% tra chi dichiara risorse economiche ottime o adeguate. Il peso delle spese sanitarie sul totale delle spese per le famiglie con minori era pari al 3,8% nel 2018.


Bambini e adolescenti di 3-17 anni in eccesso di peso per sesso e classe di età.

Media 2010-2011 e 2017-2018, valori percentuali

 3-5 anni6-10 anni11-13 anni14-17 anniTotale
2010-2011
Maschi35,737,328,121,730,9
Femmine35,935,820,111,026,0
Maschi e Femmine 35,836,624,316,528,5
2017-2018
Maschi31,734,126,418,727,8
Femmine30,430,517,910,122,4
Maschi e Femmine31,132,322,314,625,2